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L’ORTODONZIA INTERCETTIVA.

Cosa è l’ortodonzia intercettiva.

L’ortodonzia intercettiva lavora sui problemi di tipo scheletrico o disfunzionale, è da considerarsi anche una forma di prevenzione perché il suo intento è quello di armonizzare la crescita, favorire l’eruzione di tutti i denti permanenti ed eliminare le abitudini viziate.
La durata del trattamento è breve, circa un anno, ed è seguita da una fase di monitoraggio fino al completamento della permuta a cui seguirà, se necessario, una fase di finalizzazione del trattamento.
Alla fine della terapia seguiranno una fase di monitoraggio fino alla fine della permuta dei denti
L’ortodonzia intercettiva viene fatta all’età di 6-10 anni anche se tutte le visite per controllare la crescita e lo sviluppo dei denti e della bocca vanno fatte molto prima (non più tardi dei 3 anni di età), dato che i primissimi controlli si possono effettuare dai 17 mesi.

Quando serve il trattamento intercettivo.

Il trattamento intercettivo serve tutte le volte che esistono problematiche di “disequilibrio” tra le arcate superiore e inferiori;premesso che per effettuare una buona prevenzione ed intervenire con la giusta tempistica la cosa migliore è effettuare delle visite di controllo dal dentista, i campanelli di allarme che devono segnalare alla mamma che il bambino richiede un controllo ortodontico sono:

  • tutte le situazioni  disfunzionali ,quali respirazione orale, succhiamento del dito o del ciuccio…
  • eruzione tardiva dei denti.
  • perdita precoce dei denti.
  • morso incrociato posteriore. Quando l’arcata superiore risulta più ristretta dell’arcata inferiore da un solo lato “monolaterale” o da entrambi “bilaterale”.
  • morso incrociato anteriore. Quando l’arcata superiore chiude all’interno di quella inferiore che risulta prominente.
  • aumentato overjet. Quando l’arcata superiore è estremamente più prominente di quella inferiore.

Diagnosi ortodontica in età pediatrica.

La diagnosi in campo ortodontico, prevede una attenta raccolta anamnestica, l’effetuazione dell’esame clinico del viso e intraorale, l’esecuzione di radiografie e dei relativi tracciati cefalometrici ,l’approntamento di modelli gesso ed infine la raccolta di fotografie.
L’indagine anamnestica deve cominciare dall’anamnesi familiare delle malocclusioni. Svariate forme malocclusive riconoscono una eziologia familiare infatti sono soprattutto le caratteristiche scheletriche ad essere trasmesse geneticamente.
L’anamnesi fisiologica è di ausilio per lo studio di malocclusioni correlate all’alimentazione alla fonesi e all’eruzione dentaria.
L’anamnesi patologica remota deve riconoscere la presenza di eventuali traumi pregressi a carico del distretto oro-facciale. Un segno clinico che fa sospettare la presenza di esiti di una frattura condilare misconosciuta è una evidente asimmetria del tragitto di apertura e chiusura della bocca.
L’anamnesi patologica prossima consente di capire dal paziente o dal genitore se hanno notato un ingravescenza  della malocclusione piuttosto che la comparsa di un quadro malocclusivo a seguito dell’eruzione ectopica di un dente.
Particolare attenzione va posta all’anamnesi psicologica. Infatti alcuni autori hanno dimostrato che una collaborazione attiva e responsabile del paziente è legata ai fattori psicologici della sua personalità. Prima di proporre un determinato trattamento ortodontico bisogna conoscere non solo la personalità del paziente ma avere informazioni relative ai rapporti con la famiglia e l’ambiente.

Bisogna valutare

  • Il tipo di respirazione nasale orale o mista
  • L’articolazione temporo-mandibolare
  • Nei bambini è opportuno valutare lo stato dei linfonodi cervicali e sottomandibolari.

In trattamento ortodontico,l’inserzione anomala del frenulo mediano superiore può determinare una spaziatura o diastema fra gli incisivi superiori.
La maggior parte degli Autori suggerirebbe di intervenire prima nella chiusura dello spazio, mediante trattamento ortodontico, riservandosi di intervenire chirurgicamente sul frenulo a spazio chiuso e comunque non prima della eruzione dei canini permanenti.
Altra situazione patologica parodontale è la presenza di recessioni a settore incisivo inferiore e nella mancanza a questo livello della gengiva aderente.

Prima di entrare in merito agli accertamenti più strettamente ortodontici è importante la valutazione della coincidenza o meno della occlusione centrica.In epoca pediatrica è molto frequente l’osservazione di precontatti che determinano delle discrepanze fra occlusione e relazione centrica,la successiva richiesta di accertamenti radiologici andrà effettuata o correggendo prima il dual-bite o doppia chiusura o tenendo conto della presenza delle due centriche.

Un primo parametro che occorre verificare è l’overjet, cioè il grado di sovrapposizione dei denti superiori sugli inferiori in senso linguo-vestibolare.
Per overbite si intende invece il grado di sovrapposizione dei denti superiori sugli inferiori in senso apico-coronale mentre quando quest’ultimo è aumentato di un maggior grado di sovrapposizione si definisce deep bite o morso coperto, nel caso opposto si parla di open bite o morso aperto.

Altro parametro che merita attenzione è relativo alle coincidenze delle linee mediane o interincisive superiori e inferiori.
Si deve stabilire se la linea interincisiva superiore coincide con la linea mediana della faccia,qualora non vi fosse coincidenza fra le linee, ed una volta stabilita se sia la superiore o l’inferiore alterata dovremo innanzi tutto stabilire se la causa è relativa alla posizione dei denti o se invece la posizione dei denti non rifletta piuttosto quella dell’osso di supporto.
Operativamente verificheremo la coincidenza fra occlusione e relazione centrica.
Ciò che è importante che tutti gli odontoiatri conoscano è che, in presenza di una deviazione della linea interincisiva, dovremo ricercare la causa e che quest’ultima può essere sia legata a malposizioni dentarie che a malformazioni scheletriche e che possono essere interessati i denti o le ossa sia il mascellare superiore che la mandibola, o entrambi, e che il problema può essere ancora complicato dalla posizione che i capi ossei articolari possono assumere.

Se la presenza di diastemi può essere considerata senza significato patologico e addirittura è segno prognostico favorevole se si verifica nella fase di dentatura decidua e mista, la presenza di affollamenti dentari è considerata di significato patologico.
Si definisce affollamento dentario una situazione nella quale i denti si presentino non in perfetto allineamento, per una discrepanza dimensionale fra componente dentaria e scheletrica o discrepanza dento-alveolare.
La macrodonzia può essere assoluta qualora i denti si presentino realmente grandi (gigantismo dentario) o relativa, quando invece i denti si presentino grandi rispetto alle dimensioni del processo alveolare di quel soggetto; alcuni bambini presentano infatti una marcata discrepanza fra età ossea ed età dentaria; sono i casi in cui si può ipotizzare un miglioramento spontaneo dell’affollamento conseguente alla crescita delle ossa mascellari.
Dove invece la mancanza di spazio è reale, è opportuno impostare un piano di trattamento che può prevedere o le estrazioni dei denti o invece l’espansione tridimensionale dell’arcata o delle arcate, fino all’ottenimento dello spazio necessario.

Intervento preventivo e precoce: indicazioni terapeutiche.

La diagnosi di agenesia dentaria, se posta precocemente, consente l’adozione di protocolli terapeutici mirati ad ogni singolo caso.
L’una prevede la chiusura degli spazi mediante tecnica ortodontica, l’altra invece il mantenimento degli stessi per la successiva riabilitazione protesica. Se la diagnosi di agenesia dentaria viene posta precocemente, l’alternativa è rappresentata dal mantenimento in sito dell’elemento dentario deciduo eventualmente ricostruito.
Per quanto riguarda le agenesie nei settori anteriori è opportuno a valutare anche altri aspetti del problema, nel caso di agenesia dei laterali superiori, la scelta fra una condotta conservativa o meno dello spazio dipende, oltre che dai precedenti fattori anche da considerazioni estetico-funzionali.

 

 

 

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